
Con Angelo TRIPODI, presidente del Gruppo Lega alla Regione Lazio e Piero VIGORELLI, giornalista e scrittore.
La vicenda dei daini del Parco Nazionale del Circeo rappresenta un eclatante esempio della mala gestione della “cosa pubblica” da parte della pubblica amministrazione italiana. Dal momento, però, che a rischiare la vita sono oltre trecento esemplari di daini, non possiamo lasciare correre. Non solo: faremo tutto ciò che possibile per evitare che la “mattanza” abbia inizio.
Partiamo dal principio. I daini sono stati introdotti negli Anni Cinquanta nella foresta demaniale del Parco, nota come Selva di Circe. Nel corso degli anni, in assenza di un piano di contenimento della specie da parte dell’Ente Parco, si è venuto a creare un inevitabile sovraffollamento della specie che sta arrecando un danno all’ecosistema della foresta. Inoltre, complice la fatiscente recinzione del Parco, alcuni esemplari di daini hanno “sconfinato” il perimetro dello stesso. L’ormai ex presidente del Parco Nazionale del Circeo, Antonio Ricciardi, dapprima favorevole all’abbattimento degli ungulati, lo scorso anno, alla fine del suo mandato, ebbe un ripensamento aprendo così la strada all’adozione degli esemplari. Una soluzione che sarebbe stata percorribile se il bando fosse stato concepito nell’ottica di salvare gli animali. Per adottare gli animali occorre pagare anche 1.000 euro ad esemplare, oltre a procedure burocratiche estremamente farraginose.
Senonché, il Ministero dell’Ambiente ( oggi Ministero per la transizione ecologica) si “dimentica” di nominare il nuovo Presidente del Parco. In conseguenza di ciò, al momento a prendere le decisioni vi è un funzionario “facente funzioni” che, in attesa della “nomina politica” dei nuovi vertici dell’Ente, dovrebbe per legge attenersi scrupolosamente all’ordinaria amministrazione. In realtà, è proprio la dirigente con l’incarico di facente funzioni ad avere ripreso in mano il “caso daini” decidendo di procedere con l’abbattimento. Proprio in queste settimane sono stati selezionati i guardia parco “fucilieri” che dovranno sparare a vista ai daini. Un’uccisione a dir poco cruenta che Piero Vigorelli ci ha raccontato in questo podcast nei minimi dettagli. L’altra assurdità di questa vicenda riguarda i “costi dell’abbattimento”. Uccidere circa 350 daini costerà al Parco 170 mila euro, già stanziati all’uopo alla fine del 2020.
Ricapitolando: per adottare gli esemplari e salvarli da morte certa bisogna pagare all’Ente Parco circa 1.000 euro per ogni daino; per uccidere a fucilate i daini il Parco però è pronto spendere quasi 200 mila euro di soldi pubblici. Vale la pena ricordare, infatti, che il Parco Nazionale è un Ente pubblico pagato con i soldi dei cittadini contribuenti, così come gli stipendi del personale dirigenziale e ordinario. Cittadini contribuenti che in questi ultimi tempi hanno in diverse occasioni manifestato la loro contrarietà all’uccisione di questi splendidi animali, che dovrebbero essere sacrificati in ragione dell’inettitudine di alcuni amministratori pubblici che non hanno assolto ai compiti cui erano preposti. Da ultimo, circa 17 mila cittadini hanno sottoscritto una petizione per opporsi al massacro degli animali. Una sensibilità che non riguarda soltanto la comunità.
Tutta l’azione legislativa di questo Parlamento è orientata verso una maggiore sensibilità nei confronto della tutela degli animali. Da ultimo, lo scorso mercoledì l’Aula di Palazzo Madama ha approvato in prima lettura il testo di riforma dell’art. 9 della Costituzione che recita: (La Repubblica) tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Inoltre, nella Commissione Giustizia del Senato è in corso l’iter dei disegni di legge che introducono pene più severe al codice penale per chi maltratta gli animali.
A questo punto ci chiediamo con quale criterio si possa portare avanti questa follia. Il consigliere regionale Angelo Tripodi ha assicurato che metterà in campo tutte le azioni possibili per salvare i daini, investendo della questione i rappresentanti parlamentari e il Ministero preposto a prendere una posizione sulla questione. Questa non è una lotta politica: è una lotta di civiltà, per difendere la sacralità della Vita che anima questo Pianeta. La pandemia ci ha reso fin troppo distratti: adesso è il momento di ridestarci. Rimaniamo pronti a scendere in piazza in massa per opporsi a questo inutile massacro. Nel frattempo, divulghiamo e facciamo conoscere ciò che sta avvenendo al Parco Nazionale del Circeo. Un ringraziamento sentito a Piero Vigorelli, Angelo Tripodi e Maria Costici, consigliere dell’Associazione Venus, per l’impegno che stanno profondendo per salvare queste meravigliose creature, che di certo non meritano questa morte atroce.
Buon ascolto…
È una vergogna che il parco sia gestito da gente così priva di amore per la natura
Comunque anche la pesca illegale è fuori controllo
Sono indignata !!!!!!!
Deve essere rimosso dall’incarico di gestione del parco chi può solo concepire una cosa del genere ! La violenza, per dirla con Asimov , è L’ ultima rifugio degli incapaci .
La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Inoltre, nella Commissione Giustizia del Senato è in corso l’iter dei disegni di legge che introducono pene più severe al codice penale per chi maltratta gli animali.
Sicuramente i daini stanno danneggiando il sottobosco del parco, ma sicuramente ci sono alternative allo sterminio sistematico, e non deve passare l’idea che non si può fare perché non ci sono soldi, quando vuole la classe politica i soldi sa sempre dove trovarli.
Inconcepibile decisione per un parco
Chi lo gestisce dimostra di non avere alcuna empatia verso gli animali e la natura
Non merita di sedere su quella poltrona!!!!!
Sono indignata
Tra l’altro c’e stata una raccolta firme è una trasmissione che ha denunciato quanto sta accadendo ma evidentemente gli interessi sono ben altri! Vergogna!