I SOSPETTI DIETRO LE RIVELAZIONI DI ALESSANDRO ZAN, E I DIRITTI NEGATI.

I SOSPETTI DIETRO LE RIVELAZIONI DI ALESSANDRO ZAN, E I DIRITTI NEGATI.

A TU PER TU CON SUOR MONIA ALFIERI – Puntata di martedì 9 novembre, ore 14.00

ASCOLTA IL PODCAST

Era chiaro che non c’erano le condizioni politiche per approvare il testo del ddl contro l’omotransfobia, eppure inspiegabilmente il 27 ottobre scorso a Palazzo Madama si è voluti andare alla conta, ben sapendo che il risultato sarebbe stato scontato: la bocciatura del disegno Zan. Il nodo della discordia riguardava nello specifico due articoli del testo: l’articolo 1, sulla definizione di orientamento sessuale “auto percepito”, e l’articolo 4 sulla libertà di opinione. Sarebbe bastato lo stralcio di questi articoli per approvare la legge, ma la maggioranza che ha sostenuto il testo non era disposta a “compromessi al ribasso”.

Ecco perché le dichiarazioni rilasciate il 4 novembre scorso dal sen. Alessandro Zan, nell’ambito della trasmissione Porta a Porta, fanno sorgere qualche dubbio su questa vicenda. Difatti, intervistato da Bruno Vespa, il senatore Zan ha affermato che: l’articolo 1 era scritto male e poteva essere tolto e che era disposto anche a togliere il tanto contestato articolo 4 dal testo. Per quale motivo, allora, non è stato presentato un testo alternativo, anche per mettere davanti alle proprie responsabilità quella parte politica che si era dichiarata disponibile a votare una legge per contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale una volta stralciati questi articoli?

Si è persa una grande opportunità. Sono stati umiliati i diritti e le aspettative di quelle persone che la il ddl Zan doveva tutelare. Si è data una rappresentazione dell’Italia non veritiera, ossia di un paese che non tollera le diversità. Ancora una volta la politica “da stadio” ha diviso l’opinione pubblica tra chi era a favore o contro questa legge, senza entrare nel merito dei fatti. Da questo punto di vista, concordiamo con l’osservazione di suor Monia Alfieri, quando afferma che una mediazione sul testo non avrebbe fatto vincere nessuna parte politica e, senza trionfalismi, sono stati sacrificati i diritti di tante persone. Adesso bisognerà aspettare sei mesi per ricominciare la discussione parlamentare su un nuovo testo. Ci auguriamo che questo tempo possa essere utilizzato sapientemente per trovare l’ accordo mancato, soprattutto che la politica tenga a mente un grande insegnamento lasciatoci da John Stuart Mill: “Il compromesso politico è l’arte di sacrificare il non essenziale per preservare l’essenziale”.

Buon ascolto…

Cristina Del Tutto, direttore

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

La Radio che Ascolta prima di essere Ascoltata!

SOSTIENI RADIO PARLAMENTARE

PER  UN’INFORMAZIONE LIBERA, INDIPENDENTE E COMPETENTE.