Con il sen. Gianpaolo VALLARDI (Lega), presidente della Commissione Agricoltura del Senato.
Puntata di giovedì 29 aprile, ore 18.30

L’azienda agricola 4.0 non è più un miraggio, ma una realtà che si sta realizzando su tutto il territorio nazionale. Ci vorrà del tempo, ma la rivoluzione green dell’agricoltura è iniziata, e l’Italia può vantare competenze di alta professionalità. In questo contesto, una delle sfide più ambiziose è quella di creare un’economia circolare all’interno dell’impresa agricola, capace di produrre e consumare combustibile all’interno dall’azienda. E proprio gli impianti di biogas e biometano sono la risposta rinnovabile per all’abbattimento delle emissioni inquinanti.
Con le risorse che saranno messe a disposizione dal PNRR ( Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), sarà possibile investire in ricerca e nello sviluppo tecnologico della meccanica agraria, così come nel rinnovo del parco macchine esistente. Allo stesso tempo, il legislatore deve impegnarsi anche a prevedere una normativa del settore più snella e veloce. Una sburocratizzazione che sarà particolarmente utile per i piccoli imprenditori, che non riescono a sostenere il costo di lungaggini burocratiche che arrivo a potrarsi anche per diversi anni. In particolare, la Commissione Agricoltura del Senato, guidata dal presidente Gianpaolo Vallardi, è molto impegnata nel sostenere questa sfida ambientale nell’agricoltura. Al centro di questa rivoluzione green c’è la consapevolezza della necessità di trovare le giuste soluzioni per un uso sostenibile del suolo, il che significa: sostenibilità degli spazi disponibili, riduzione e maggiore efficienza del consumo delle risorse idriche, passaggio dai concimi chimici ai fertilizzanti organici, forte riduzione di pesticidi e diserbanti.
La ricerca e il progresso tecnologico saranno fondamentali per realizzare questi cambiamenti. Parimenti, sarà necessario agire anche sulla consapevolezza del singolo cittadino/consumatore. La tutela dell’ambiente, infatti, ha un costo che graverà su tutta la comunità. Si tratta di un costo necessario, tuttavia le scelte dei consumatori possono agevolare questa transizione premiando quelle aziende che sono maggiormente impegnate a salvaguardare il nostro Pianeta. In questo senso, sarebbe agevole un’etichettatura che permetta una scelta consapevole nell’acquisto dei prodotti. Una battaglia che si gioca, però, sul terreno europeo e che al momento non sembra di facile soluzione. E’ chiaro che se Bruxelles decide di applicare il “bollino verde” alla Coca-Cola light mentre l’olio d’oliva italiano ne merita uno “rosso”, significa c’è un problema di fondo che va oltre le questioni ambientali.
Buon ascolto!