Durante la prima fase della pandemia la Borsa italiana ha subito ingenti perdite, stimate in diversi miliardi di euro. Una parte della politica chiese da subito di “mettere in sicurezza” i risparmi degli italiani. Secondo la Consob, però, l’andamento negativo della Borsa italiana non era il riflesso di attacchi speculativi. Soltanto il 18 marzo la Consob decise di vietare le vendite allo scoperto. Giovedì 28 maggio nell’ambito dell’audizione dei vertici della Consob nella Commissione bicamerale d’ichiesta sul sistema bancario c’è stata una sorta di “resa dei conti” tra il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi, e il presidente della Consob, Paolo Savona. Si poteva o doveva agire diversamente? Secondo il presidente Savona, “il potere di chiudere la Borsa non ce l’ha la Consob, ce l’ha il Ministero del Tesoro”.