L’ALLARME DEL SETTORE FIERISTICO: SENZA INTERVENTI COSTRETTI A SVENDERE A COMPETITOR STRANIERI.

L’ALLARME DEL SETTORE FIERISTICO: SENZA INTERVENTI COSTRETTI A SVENDERE A COMPETITOR STRANIERI.

Audizione parlamentare del presidente di AEFI – Associazione Esposizioni e Fiere italiane, Maurizio Danese . Camera deputati martedì 3 novembre 2020.

Il sistema fieristico italiano vale 60 miliardi all’anno. La cifra si duplica se si tiene conto dell’indotto diretto (allestitori, fornitori,catering, ecc), e arriva a decuplicarsi nelle città dove si svolgono le manifestazioni. Rappresenta un settore economico strategico di fondamentale importanza, tant’è che il 50% delle esportazioni nascono da contatti avvenuti nell’ambito fieristico. Il presidente dell’ AEFI – Associazione Esposizioni e Fiere italiane, MaurizioDanese, lo scorso martedì alla Camera ha lanciato un allarme alla politica. Nel 2020 il comparto fieristico chiuderà con una perdita di fatturato dell’80%. Senza un sostegno “a fondo perduto” molte società saranno costrette a portare i Libri in Tribunale, oppure a svendere l’attività. “Le società fieristiche italiane saranno facile preda di strutture straniere” – ha dichiarato il presidente Danese – soprattutto di Francia e Germania e Cina, paesi che credono molto nel settore fieristico. Se perdiamo le Fiere a favore di competitor stranieri, non so quali obiettivi avranno questi governi a sviluppare il made in Italy nel mondo”. A destabilizzare il sistema è soprattutto l’incertezza legislativa. Un caso eclatante ha riguardato la Fiera di Parma: 60 mila metri di fiera allestiti e smantellati il giorno prima dell’apertura, in ragione dell’entrata in vigore del penultimo Dpcm. Le perdite economiche sono state enormi. Le risorse messe a disposizione dal Governo, inoltre, non sono ancora fruibili, dacché mancano i decreti attuativi. Nel video la sintesi dell’audizione del presidente di AEFI, Maurizio Danese.

Cristina Del Tutto, direttore

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