NEXT GENERATION ITALIA: INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE.

NEXT GENERATION ITALIA: INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE.

Con Bruno ASTORRE (PD), Commissione Lavori pubblici del Senato.

Puntata di lunedì 3 maggio, ore 15.30

Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) il Governo di unità nazionale ha “riscritto”, in 273 pagine, il futuro dell’Italia. Il compito di realizzare la ripresa economica e le riforme strutturali che dovranno rendere competitivo il nostro Paese, è stato affidato a 6 missioni o macro aree di intervento. In particolare, la Missione 3 riguarda le infrastrutture per la mobilità sostenibile, e mira a rendere il sistema infrastrutturale italiano più moderno, digitale e sostenibile. Una strategia di investimenti che ha come obiettivo principale quello di “connettere” l’Italia, per garantire una migliore mobilità su tutto il territorio nazionale e collegarla meglio al resto dell’Europa. Una missione oltremodo ambiziosa, ma assolutamente necessaria per uscire fuori dalla crisi generata dal Covid-19. A disposizione ci sono 25,13 miliardi del Recovery Fund , che diventano 31,46 miliardi con le risorse messe a disposizione dal REACT-EU. Se poi aggiungiamo gli investimenti nazionali, si arriva ad interventi per circa 60 miliardi di euro.

L’asse principale della Missione è volto ad implementare le infrastrutture ferroviarie. Oggi, in Italia, il 90% del traffico di passeggeri avviene su strada, così come viaggia su gomma il 54,5% delle merci: non a caso, l’estensione della rete ferroviaria italiana in rapporto alla popolazione risulta essere la più bassa tra i principali Stati europei. Per favorire la connettività del territorio e il trasferimento del traffico da gomma a ferro sulle lunghe percorrenze e lungo gli assi prioritari del Paese Nord-Sud ed Est-Ovest, è previsto lo sviluppo dell’alta velocità ( che oggi si ferma alla Napoli/Salerno, escludendo tutta la popolazione residente non servita da questa tratta); la velocizzazione della rete ferroviaria; l‘incremento della capacità dei trasporti ferroviari per le merci. Un’attenzione particolare sarà quindi riservata alle ferrovie regionali, al miglioramento dei collegamenti tra la rete ferroviaria, porti ed aeroporti, al rafforzamento dei nodi transfrontalieri (soprattutto per velocizzare il traffico delle merci), nonchè interventi per migliorare la competitività del sistema della logistica. Gli investimenti nazionali permetteranno interventi sulle c.d. “opere infrastrutturali incompiute”. Di recente il Governo ha provveduto al commissariamento di 58 opere, mentre un altro elenco di opere cantierabili si attende per giugno.

Il criterio di “selezione” delle opere confluite nel PNRR ha riguardato, soprattutto, la loro fattiva realizzazione nel breve periodo. E proprio il “fattore tempo” sarà determinante per la riuscita di questo grande progetto di sviluppo del Paese. Le opere finanziate dal Next Generation EU devono essere realizzate improrogabilmente entro la fine del 2026 ( i fondi del REACT entro il 2023) e – come ha osservato il sen. Bruno Astorre – questa sarà la sfida più grande per l’Italia. E’ necessaria, anzitutto, una “transizione burocratica” (a partire dal Codice degli appalti), senza la quale rischiamo di non superare le verifiche semestrali della Commissione europea. In altre parole, se non rispetteremo pedissequamente gli obiettivi a breve termine previsti dal PNRR, non arriveranno i soldi dall’Europa. E’ per questo che la governance predisposta dall’Esecutivo ha previsto una struttura di coordinamento centrale presso il Ministero del’Economia, che dovrà supervisionare l’attuazione del Piano e interfacciarsi con la Commissione europea, nonchè delle task force locali gestite da Palazzo Chigi, che possano aiutare le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure.

Entro giugno, quando arriverà il nulla osta definitivo da parte del Consiglio europeo, questa poderosa macchina di riforma comincerà il suo cammino: il Paese non può permettersi margini di errore. Da questo punto di vista saremo tutti chiamati a “vigilare”: protagonisti, nel bene e nel male, del nostro futuro. E il primo passo da fare è verso la conoscenza, dacché essere adeguatamente informati sui contenuti del PNRR è essenziale per poter chiedere conto della sua attuazione. Nell’ambito di questo progetto di divulgazione, ringraziamo il sen. Astorre per le preziose informazioni che ha condiviso con tutti noi.

Buon ascolto…

Cristina Del Tutto, direttore

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