NEXT GENERATION ITALIA: RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA.

NEXT GENERATION ITALIA: RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA.

Con il sen. Paolo ARRIGONI, Questore del Senato e responsabile Dipartimento Energia della Lega

Puntata di lunedì 3 maggio, ore 11.00

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Gli assi strategici del Next Generation Italia, delineati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono la digitalizzazione e la transizione ecologica. In particolare, il pilastro della transizione verde ( che nel PNRR corrisponde alla c.d. Missione 2), discende direttamente dall’European Green Deal, il cui obiettivo principale è quello di raggiungere entro il 2050 a livello europeo la neutralità climatica.

Alla Missione 2 il PNRR ha assegnato circa 70 miliardi di euro, che serviranno a realizzare questa transizione ecologica ed a raggiungere nel 2030 ( obiettivo intermedio del Green Deal) l’abbattimento del 55% delle emissioni climalteranti rispetto a quelle del 1990. In particolare, la Missione 2 si articola in 4 Componenti o aree di intervento: l’economia circolare e l’agricoltura sostenibile; l’energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile; l’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; la tutela del territorio e della risorsa idrica. Gli interventi a cui sono destinate maggiori risorse interessano i settori dell’energia rinnovabile, della mobilità sostenibile e dell’efficienza energetica, per un totale di circa 50 miliardi di investimenti.

Con il sen. Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega, abbiamo approfondito, in particolare, l’aspetto della transizione energetica. Soprattutto, ci siamo soffermati a riflettere sulla strategia che il nostro Paese intende adottare per compiere questa rivoluzione green. Anzitutto, è necessario precisare che stiamo parlando di risorse che devono essere “spese e rendicontate”, ha chiarito il senatore Arrigoni. Ciò implica la necessità di mettere in piedi un sistema burocratico e autorizzatorio capace di utilizzare le risorse del NextGeneration EU entro i tempi previsti dall’Europa: il 2026 per le risorse del Recovery Plan; il 2023 per le risorse del REACT-EU. L’altro scoglio da superare è il rispetto degli obiettivi a medio termine, propedeutici per superare le verifiche semestrali da parte della Commissione europea. In altre parole, se la tabella di marcia non sarà rispettata, si bloccherà il meccanismo di finanziamento. Nel merito del Piano, bisognerà valutare l’efficacia delle “politiche green” ai fini della transizione ecologica. Da questo punto di vista, il senatore Paolo Arrigoni è risoluto: “senza pragmatismo non raggiungeremo i target previsti”. In termini pratici, ciò significa dapprima valutare la situazione di partenza, ossia a che punto è il nostro Paese con lo sviluppo delle rinnovabili; in secondo luogo adottare un approccio che faccia camminare sullo stesso binario sostenibilità e competitività, che significa perseguire la sostenibilità ambientale coniugandola con la sostenibilità economica e sociale; infine, applicare il principio di “neutralità tecnologica”, ossia dare “pari dignità” e incentivare tutte le fonti rinnovabili che possono dare un fattivo contributo per ridurre le emissioni inquinanti.

L’attuale situazione nazionale in ambito di sviluppo di energia rinnovabile non è delle migliori, quanto meno senza un cambio di rotta gli obiettivi del 2030 non sembrano realisticamente raggiungibili. Alcuni esempi. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) approvato lo scorso anno, ha previsto che al 2030 dovrebbero circolare in Italia 6 milioni di auto a spina (elettriche), di cui 4 milioni totalmente elettriche e 2 milioni ibride plug-in. Ebbene, attualmente secondo i dati aggiornati a dicembre 2020, sul territorio nazionale sono in circolazione soltanto 100 mila auto elettriche. Oltre a ciò, manca ancora una classificazione nazionale delle aree idonee e non idonee per installazione degli impianti eolici e dei parchi fotovoltaici. Un ritardo dovuto soprattutto a ragioni burocratiche. Anche i bandi pubblicati dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per accedere agli incentivi messi a disposizione dal decreto FER 1, sono “un mezzo fallimento”. All’ultimo bando di marzo – ci ricorda il sen. Arrigoni – è stato messo a disposizione un contingente d 1.880 MW di potenza incentivabile per fotovoltaico, eolico e idroelettrico: le domande presentare sono state pari al 25% della capacità totale. Il giorno dopo al bando di GSE, la Spagna pubblicava un bando similare per una capacità incentivabile di 3.000 MW: alla gara sono state presentate il triplo delle domande rispetto alla capacità incentivabile. Non è solo, quindi, una questione di burocrazia, ma anche di scelte politiche.

Riguardo la mobilità sostenibile, secondo il senatore Arrigoni bisogna incentivare maggiormente i carburanti alternativi, come il biometano, il gas liquefatto e il Gpl. Oggi il nostro parco macchine è costituito da circa 40 milioni di autovetture, di cui 30 milioni sono auto a benzina o diesel tra euro0 e euro5. Da questo punto di vista, per il sen. Arrigoni sarebbero utili incentivi statali per cambiare la trazione dell’auto con impianti a gpl o biometano. Ciò non solo darebbe un forte impulso in ambito di sostenibilità ambientale, ma contribuirebbe anche a ridurre le disuguaglianze sociali. Le auto elettriche oggi sono ancora un bene di lusso e, specialmente a seguito della pandemia, sempre meno persone possono permettersi di cambiare autovettura.

Anche la questione dell’idrogeno, secondo il senatore della Lega, dovrebbe essere affrontata con maggiore pragmatismo. C’è chi vorrebbe incentivare soltanto l’idrogeno verde ( che è prodotto tramite processo di elettrolisi unicamente da fonte elettrica rinnovabile) lasciando fuori l’idrogeno blu (che si ottiene partendo dal gas naturale con processi che catturano la C02). In attesa dello sviluppo di tecnologie per l’idrogeno verde, sarebbe molto utile incentivare anche quello blu, che peraltro ha un costo decisamente inferiore rispetto all’idrogeno verde. Inoltre, rimanendo nell’ambito della competitività, in Italia abbiamo diverse aziende che stanno sviluppando impianti di stoccaggio della C02 e che andrebbero incentivate. Da questo punto di vista, la politica dovrebbe essere maggiormente attenta allo sviluppo di strutture tecnologiche, essendoci per il nostro Paese tutti i presupposti per diventare leader di filiere industriali, come nel campo degli elettrolizzatori.

Un’altra componente importante che darà un forte contributo nella transizione ecologica, riguarda l’efficientamento energetico. Tra le novità previste nel PNRR c’è lo stanziamento di 2,2 miliardi di euro per sostenere la nascita delle comunità energetiche: l’“autoconsumo sostenibile” che permette a gruppi di cittadini, enti locali e piccole imprese di produrre e condividere energia da fonti rinnovabili. Le risorse previste nel PNRR sono destinate ai Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, tuttavia ci potrebbe essere nei prossimi mesi un allargamento del perimetro, anche ad opera del decreto attuativo della Direttiva RED II. Parimenti, si sta spingendo a livello parlamentare( in maniera trasversale) per l’estensione per tutto il 2023 del superbonus 110%.

I prossimi mesi saranno decisivi per definire nei dettagli il PNRR: c’è tempo fino a giugno prima dell’approvazione definitiva del Piano da parte del Consiglio europeo. Un tempo abbastanza utile non solo per fissare le tappe precise degli interventi, ma anche per cercare di applicare meglio il principio di “neutralità tecnologica”. Il senatore Paolo Arrigoni è in questo senso è ottimista. Il presidente Mario Draghi, infatti, ha accolto le richieste della Lega di introdurre nel PNRR fonti rinnovabili quali il biometano e il teleriscaldamento, che non figuravano nel Piano che era stato presentato dal Governo Conte-2. E’, quindi, probabile che prima dell’estate possano esserci altre interessanti novità, anche perchè non possiamo permetterci margini di errore.Da questo punto di vista saremo tutti chiamati a “vigilare”: protagonisti, nel bene e nel male, del nostro futuro. E il primo passo da fare è verso la conoscenza, dacché essere adeguatamente informati sui contenuti del PNRR è essenziale per poter chiedere conto della sua attuazione. Nell’ambito di questo progetto di divulgazione, ringraziamo il sen. Paolo Arrigoni per le preziose informazioni che ha condiviso con tutti noi.

Buon ascolto…

Cristina Del Tutto, direttore

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