PER AMMAZZARTI MEGLIO – Con Ilaria Bonuccelli e la partecipazione di Alessandra Pauncz, presidente della Rete nazionale Centri per autori di violenza.
In questa puntata, Ilaria Bonuccelli ha intervistato Alessandra Pauncz, psicologa e presidente dell’Associazione Relive – Rete nazionale Centri per autori di violenza. Un importante contributo per affrontare la tematica della violenza contro le donne da un’altra prospettiva: la rieducazione degli uomini che commettono violenza. Gli uomini che si rivolgono ai Centri per autori di violenza, lo fanno in maniera volontaria, perché hanno compreso che c’è qualcosa di deviato nel loro comportamento, che provoca sofferenza alle persone ( donne e minori) che gli sono accanto. E’ un lavoro di gruppo, attraverso il quale ogni autore di violenza può ascoltare la storia di altri uomini e, attraverso queste esperienze, osservare e rielaborare il loro vissuto violento in maniera diversa. Un percorso psicoeducativo coadiuvato da un gruppo di esperti, che in media dura circa un anno. Si tratta comunque di uomini che sono motivati a cambiare. Poi c’è l’altro aspetto, quello che riguarda uomini che sono stati condannati per le violenze commesse, ai quali il giudice ha imposto un percorso rieducativo che, è importante chiarirlo, non è sostitutivo al carcere e non rappresenta uno sconto di pena. Si tratta di un percorso di recupero, laddove le pene comminate sono di entità più lieve , per le quali non è quindi prevista la detenzione carceraria per il condannato. La dr.ssa Pauncz ha evidenziato i limiti di questo sistema, che per essere superati abbisognano di un intervento del legislatore. Anzitutto, non esiste attualmente una regolamentazione nazionale che disciplini il funzionamento di questi Centri e le funzioni degli operatori che vi prestano servizio. Inoltre, questi Centri esistono a macchia d’olio sul territorio nazionale, quindi non in tutte le Regioni italiane è possibile attivare questo tipo di percorso. E’ un problema di risorse economiche che dovrebbero essere stanziate dalla politica, senza incidere in alcun modo sui finanziamenti ( già esigui) che afferiscono ai fondi per le vittime di reato. Ad ogni modo, auspichiamo che in futuro la questione della rieducazione degli autori di reato possa essere considerata dalle Istituzioni un elemento fondamentale nella lotta alla violenza contro le donne. Senza il coinvolgimento “attivo” degli uomini può esserci repressione, non guarigione. Esiste uno spazio – ha osservato la dr.ssa Pauncz – tra l’uomo e l’azione violenta che l’uomo commette. All’interno di questo spazio è possibile risanare la frattura che si è venuta a creare, e che si è manifestata attraverso la violenza.
Buon ascolto!
