CON ILARIA BONUCCELLI E CECILIA ROBUSTELLI
In questa puntata di “Per ammazzarti meglio”, Ilaria Bonuccelli ci porta riflettere su come viene comunicata la violenza contro le donne, attraverso un dialogo a due voci con la linguista Cecilia Robustelli, un luminare in questo settore. Le “parole di troppo” possono aggiungere violenza sulla violenza, soprattutto alimentano preconcetti e pregiudizi legati alla condizione e al ruolo della donna nella nostra società. E sono proprio i mass media (che conoscono bene il significato di ogni singola parola che utilizzano) ad alimentare certi stereotipi legati ai ruoli di genere, raccontando di uomini che uccidono “per troppo amore” o perché indotti dalla gelosia che la donna ha provocato. Questa narrazione è la causa di innumerevoli discriminazioni che le donne vittime di violenza sono costrette a subire, anche dalle stesse Istituzioni a cui si rivolgono per avere tutela. Frasi del tipo “Signora ma cosa ha fatto a suo marito per averlo fatto arrabbiare in questo modo?” oppure “Certo che però se l’è cercata...” sono di uso comune, e raccontano una realtà manipolata in cui dietro ogni violenza c’è una donna che ha fatto qualcosa di sbagliato: perché è donna! Per modificare questo atteggiamento mentale, occorre un cambio culturale radicale. Certo che, quando ad affermare che la responsabilità della violenza ce l’hanno “tutte le donne che non mollano il marito al primo schiaffone”, è una giornalista che lavora in una rete televisiva pubblica, significa che il problema si trova all’interno del sistema istituzionale.
Ilaria Bonuccelli, caposervizio Regione Quotidiano “Il Tirreno”
Cecilia Robustelli, linguista e scrittrice