Si è svolta ieri alla Camera dei deputati l’audizione del dott. Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), chiamato a chiarire ai commissari presenti, per quasi tre ore, le valutazioni del CTS per la riapertura delle scuole.
Dopo settimane in cui abbiamo assistito a surreali dibattiti politici che hanno detto tutto e il contrario di tutto, alimentando l’insicurezza generale nei cittadini, il dott. Miozzo ha esposto in maniera chiara, diretta e precisa, le valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico. Per cominciare, meritano di essere annoverate tre dichiarazioni di carattere generale .
La prima. La pandemia è un’emergenza globale, sanitaria, economica, sociale e di sicurezza. Un evento che non ha precedenti nella storia moderna. Questo significa – dice il dott. Miozzo – che la comunità scientifica internazionale si trova in un momento di “fragilità”. “Non ci sono precedenti a cui ricollegarsi, perché nella storia non si è mai verificato nulla del genere” e “non è mai capitato che 1,5 miliardi di studenti rimanessero a casa per un lockdown”. Data questa premessa, le determinazioni che arrivano dal mondo scientifico non possono essere considerate “granitiche”, poiché possono essere soggette a valutazioni diverse sulla base di evidenze mutevoli.
La seconda. “Nella peggiore delle ipotesi ci saranno, se necessari, lockdown locali” – spiega Miozzo – ad ogni modo “il lockdown generale che abbiamo vissuto nei mesi scorsi è memoria del passato”. Ripeto: per il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico non è plausibile ipotizzare un lockdown generale come quello che abbiamo vissuto da marzo a maggio. Chi continua a paventare questa ipotesi, alimenta paure prive di fondamento.
La terza dichiarazione riguarda nello specifico la riapertura delle scuole. Con molta chiarezza il dott. Miozzo ha sostenuto che, secondo le evidenze del Comitato Tecnico Scientifico, i bambini da 0 a 6 anni possono tornare a scuola senza l’obbligo della mascherina. Per quanto riguarda le fasce di età ricomprese tanto nella scuola primaria ( da 6 a 10 anni) quanto in quella secondaria di primo e secondo grado ( da 10 a 18 anni), gli studenti avranno l’obbligo di indossare la mascherina quando sono “in movimento” e durante i momenti di aggregazione. Tuttavia – continua Miozzo – quando gli studenti sono in classe seduti al loro posto e “l’insegnate può confermare il distanziamento di 1 metro l’uno dall’altro, gli studenti possono togliere la mascherina”. Questo significa che gli studenti non dovranno indossare la mascherina per 8/9 ore, cioè per tutto il tempo della loro permanenza a scuola. Gli educatori, invece, hanno sempre l’obbligo di indossare la mascherina. Un’importante precisazione: “il parametro per definire il distanziamento di 1 metro” – spiega Miozzo – “non deve essere considerato da banco a banco, bensì si considera tra le rime buccali” (non tra spalla e spalla per capirci).
Il dott. Agostino Miozzo ha poi risposto alle diverse domande che gli sono state sottoposte dai Commissari, chiarendo alcune questioni. Sui banchi a rotelle, il dott. Miozzo ha risposto che il Comitato Tecnico Scientifico “non si è mai espresso al riguardo, perché nessuno lo ha richiesto”, specificando che l’unica valutazione fatta dal CTS ha riguardato soltanto la seduta fissa.
Per quanto riguarda, invece, il tampone per gli insegnanti, Miozzo risponde “a titolo personale”, chiarendo che secondo il suo parere dovrebbero essere obbligatori per tutto il personale scolastico. In questo senso il CTS – ha spiegato Miozzo – aveva ipotizzato di iniziare l’anno scolastico con tamponi per tutti gli operatori del settore, per poi procedere durante l’anno con dei test a campione sia per il personale scolastico che per gli studenti.
Più complessa la questione della misurazione della temperatura. Il dott. Miozzo ha chiarito che il CTS non è contrario alla misurazione della temperatura nelle scuole con i termo scanner. Il Comitato, tuttavia, ha effettuato delle “simulazioni” in base alle quali si è giunti alla conclusione che occorrerebbero circa 4/5 secondi per bambino/ragazzo per effettuare ogni singola misurazione. Ciò significa che in una scuola di circa 1000 bambini questa procedura comporterebbe ogni giorno circa 83 minuti di tempo. In questo senso, la criticità maggiore riportata dal CTS riguarda l’inevitabile assembramento che si formerebbe all’ingresso delle scuole, molte delle quali hanno una sola entrata (spesso anche su strada). In pratica il CTS ha valutato maggiormente pericolosi gli assembramenti davanti alle scuole per ottemperare alle misurazioni, anziché la misurazione della temperatura effettuata a casa dai genitori degli studenti.
La questione non risolta riguarda il trasporto scolastico. Per gli scuolabus sono state varate delle linee guida, e non dovrebbero esserci particolari problemi. Diverso il discorso per il trasporto pubblico locale. Sono stati forniti diversi “suggerimenti” al Ministero dei Trasporti, ma nulla più.
Rimane, invece, un grosso punto interrogativo per quanto riguarda gli studenti disabili. Il dott. Agostino Miozzo nella sua lunga audizione ha citato una volta soltanto, e soltanto marginalmente, gli studenti disabili, accennando ad una mascherina trasparente che è in corso di validazione e che, se supererà i test, permetterà ai bambini e ragazzi non udenti di poter leggere il labiale degli insegnanti. Un po’ troppo poco, se pensiamo che saranno proprio gli studenti disabili i soggetti più fragili che dovranno affrontare le nuove regole della scuola post-pandemia. A onor del vero, è assai probabile che la questione disabili non sia di pertinenza del CTS, quanto della politica.
E proprio dalla politica si attendono le decisioni finale. Come ha ricordato il dott. Agostino Miozzo, il Comitato Tecnico Scientifico fornisce della valutazioni sulla base delle evidenze scientifiche attuali. L’ultima parola spetta al Parlamento e al Governo.
In questo breve video, la sintesi dell’audizione alla Camera del dott. Agostino Miozzo