Con Luca Dal Poggetto, analista Fondazione Openpolis.
I decreti attuativi garantiscono l’effettiva operatività di una legge che, diversamente, rimane lettera morta. Dall’inizio della pandemia, quindi da marzo 2019, i diversi decreti emergenziali emanati dal Governo, e successivamente convertiti in legge dal Parlamento, hanno previsto complessivamente il varo di 304 decreti attuativi da parte dei Ministeri competenti. Di questi, a fine novembre ne risultavano emanati soltanto 108, ossia meno della metà. A queste cifre, bisognerà poi aggiungere il numero, molto cospicuo, di decreti previsti nella legge di bilancio 2021, di cui ancora non si conosce la reale entità.
E se andiamo ad analizzare i numeri più nello specifico, ci scontriamo con una realtà preoccupante: le leggi emanate per dare maggiore impulso al rilancio del Paese e sostenere il tessuto economico nel momento della pandemia, sono quelle per le quali l’ammanco dei decreti attuativi è maggiore. Dei 137 decreti attuativi previsti dal decreto Rilancio, ne sono stati emanati soltanto 64, mentre dei 75 decreti previsti nel decreto Agosto, soltanto 5 risultano emanati. Il primato peggiore, spetta al decreto Semplificazione: dei 37 decreti attuativi previsti dalla legge, 1 decreto soltanto è stato emanato. Non a caso, in quanto ad efficienza, il peggiore tra i dicasteri e proprio il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT) che dei 44 decreti da emanare di sua competenza, ne ha emanati in tutto questo periodo soltanto 3. Questi numeri spiegano la discordanza tra i proclami del Governo, che vanta di avere impiegato più di 140 miliardi per sopperire alle conseguenze della pandemia Sars-Cov2, e le rimostranze della cittadinanza, soprattutto del ceto produttivo, che non percepisce pienamente i benefici delle misure introdotte. In pratica, le risorse sono state stanziate ma non sono fruibili, perchè mancano i decreti attuativi da parte dei ministeri competenti.
Di chi è la responsabilità di queste inadempienze? La macchina burocratica italiana è senza dubbio eccessivamente farraginosa, ma alla politica spetta sempre l’ultima politica e su di essa ricade la responsabilità di fronte ai cittadini. E il Parlamento, che lamenta una “deriva governativa”, da parte sua manca di svolgere il ruolo di “tutore” delle leggi che approva.
Buon ascolto!
