SUBITO UNA NORMATIVA PER I PICCOLI COMUNI: NON DISPERDERE IL PATRIMONIO ITALIANO.

SUBITO UNA NORMATIVA PER I PICCOLI COMUNI: NON DISPERDERE IL PATRIMONIO ITALIANO.

Con il sen. Marco PEROSINO (FI), Sindaco del Comune di Priocca, e Franca BIGLIO, presidente dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia (ANPCI) e Sindaco di Marsaglia.

Puntata di mercoledì 7 luglio, ore 9.15

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Oltre il 72% dei quasi 8 mila Comuni italiani ( 7.904 per la precisione) è rappresentato da piccole realtà territoriali fino a 15 mila abitanti. Nello specifico, sono 5.521 i Comuni sotto i 5 mila abitanti. Nonostante questa evidenza, l’Associazione nazionale Piccoli Comuni italiani (ANPCI) non è legittimata a partecipare alla Conferenza Stato-Città e autonomie locali, così come alle diverse Conferenze e Tavoli di lavoro in cui ci si confronta sulle esigenze delle autonomie territoriali. In pratica, le istanze delle piccole comunità non sono rappresentate nei consessi istituzionali dove si decidono gli equilibri legislativi.

Anzitutto – ha affermato il presidente Franca Biglio – occorre creare una normativa specifica per le esigenze dei piccoli Comuni, che sono sicuramente diverse da quelle delle grandi città. Parimenti, anche il ruolo del “primo cittadino” nei Comuni sotto i 15 abitanti non può essere paragonato a quello dei Sindaci delle c.d. metropoli. Il Sindaco di un piccolo Comune è parte del territorio, lo conosce, appartiene a quella determinata comunità e la rappresenta, non può essere una figura “manageriale” catapultata in una realtà a lui estranea. Ecco perché, per queste piccole realtà, è di fondamentale importanza l’eliminazione del limite del doppio mandato, almeno per i Comuni fino a 5 abitanti.

E a proposito del ruolo e delle funzioni svolte dai Sindaci, il legislatore deve prioritariamente mettere mano alla normativa penale che regola l’abuso d’ufficio. Alcuni dati possono chiarire la situazione attuale. Secondo l’Istat nel 2017 sono notificati 6.582 casi di abuso di ufficio: le condanne definitive sono state 57, ossia meno dell’1 per cento. E’ sufficiente un avviso di garanzia per compromettere l’operato di un Sindaco e bloccare per anni l’attività amministrativa di un Comune: tutto a discapito dei cittadini e del territorio. Il recente caso del sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, è eclatante: un avviso di garanzia ricevuto dopo che un bambino si è fatto male incastrando le dita nella porta tagliafuoco di pertinenza comunale. A fronte di ciò, è un dovere del legislatore intervenire con celerità.

Buon ascolto…

Cristina Del Tutto, direttore

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