VERSO LA DEMOCRATIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO GIURIDICO

VERSO LA DEMOCRATIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO GIURIDICO

LA PROPOSTA DELL’ON. DEVIS DORI (M5S), PROMOTORE DEL CONVEGNO “LE PAROLE DELLA LEGGE” – CAMERA, 1° OTTOBRE 2020

In questo video Radio Sparlamento propone la sintesi di un’interessante seminario di studio promosso dall’on. Devis Dori (M5S), membro del Comitato per la Legislazione di Montecitorio, che si è svolto la scorsa settimana alla Camera, con l’ambizioso obiettivo di trovare delle soluzioni percorribili per riavvicinare il linguaggio giuridico tecnico al linguaggio comune, colmando in tal modo lo scollamento che negli anni si è venuto a creare tra la norma e il destinatario della norma.

La domanda che l’on. Devis Dori ha posto agli esimi giuristi che hanno partecipato all’iniziativa è stata: “Com’è possibile rendere comprensibile immediatamente il contenuto di una norma, che è scritta necessariamente in un linguaggio tecnico?” Non è una mera questione di forma, ma riguarda la democraticità del nostro ordinamento. E, infatti, l’on. Dori ha menzionato la sentenza n. 209 del 2010 della Consulta, attraverso cui la Suprema Corte ha inserito tra i valori fondamentali di civiltà giuridica da tutelare, la coerenza e la certezza dell’ordinamento giuridico.

Questo significa che in futuro la Corte potrebbe anche essere indotta a sancire l’incostituzionalità di una norma, qualora non si trovi una soluzione a quello che il prof. Antonio Palma, dell’Università Federico II di Napoli, ha definito “il percorso inarrestabile della legge verso l’oscurità”. Secondo il prof. Palma, infatti, nell’ordinamento giuridico italiano è venuta meno una delle dimensioni delle interpretazioni della legge: quella logico-sistematica . Il prof. Palma chiarisce anche un punto fondamentale della questione, ossia che i sistemi democratici si reggono per il 90 per cento sull’osservanza spontanea della legge. Questo significa che i fenomeni interpretativi non possono appartenere soltanto al ceto dei giuristi – spiega il prof. Palma – ma devono essere compresi da coloro che sono chiamati all’osservanza spontanea della legge. E’ quella che si chiama “democrazia del linguaggio”.

Ci auguriamo che questo percorso avviato dall’on. Devis Dori, possa portare all’individuazione di soluzioni percorribili. Il fatto che a livello istituzionale questo problema sia arrivato ad essere discusso, è sicuramente un buon punto di partenza. Consiglio vivamente l’ascolto degli interventi dell’on.Devis Dori e quello del prof. Antonio Palma.

Cristina Del Tutto, direttore

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